Step 4:
In questa
ricerca attraverso i miti, nei quali il marrone sabbia chiaro non è trattabile
causa eccessiva specificità del colore, parlerò principalmente del color
marrone.
Il
marrone è il colore della Terra e per comprenderne il significato lo si deve
distinguere in due accezioni: da una parte l'aspetto cosmico e dall'altra, in
contrapposizione netta, l'aspetto elementare e materiale.
In quanto
soggetto ultraterreno, cosmico, la terra è spesso vista come sposa del cielo
dalle cui nozze sarebbe nato tutto il creato.
In questa
accezione la terra è vista come il soggetto femminile e passivo
dell'accoppiamento, della creazione. Essa dunque è madre nel senso non
generativo ma ricevente, è colei che accoglie la vita e la protegge, le da una
casa.
Successivamente,
con l'avvento della coltivazione e l'agricoltura, la terra assume anche
l'aspetto di genitrice: diviene il simbolo della fecondità e della vita.
Allo
stesso tempo però la terra è anche il termine ultimo della vita, il grembo da
cui si nasce ma a cui ognuno fa ritorno, poiché in essa la vita nasce e muore.
I
significati positivi del colore marrone si collegano in gran parte alla Madre
Terra accogliente e ricettiva e a tutte le connesse sfaccettature di fecondità,
crescita, maturazione sino a giungere ad un senso di conforto e consolazione.
Risulta
dunque non estraneo un certo sapore erotizzato.
Nella
cultura giapponese il marrone diviene il colore della seduzione, il principale
colore dello Iki, ideale estetico talvolta tradotto con i termini di chic,
romantico e raffinato.
Per ulteriori informazioni riguardante il mito di Iki
Il marrone è dunque visto anche con un’accezione corporea, un soddisfacimento corporale e sensoriale.
Esso è però anche associabile alle feci, ad uno scarto del corpo.
Sotto
questo aspetto si denota una connotazione negativa associata alle lordure del
mondo e della persona.
Nelle sue
tonalità più fredde il marrone si connette alla terra-matrigna, alla terra
sterile, che non nutre ma produce sofferenze e fame.
Per tali
ragioni nell’Antica Roma il color marrone caratterizzava le toghe delle classi
più povere e delle persone accusate in tribunale, in quanto persone sordide
(dal latino sordidus, sudiciume, sporco).
Così anche
appariva il saio dei servi della gleba, dei mendicanti e di tutti quelli che si
umigliavano nella sofferenza e nella povertà.
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